L’esigenza di far luce sui problemi offerti dalla pratica dell’ornamentazione e dell’improvvisazione è sempre più sentita sia da coloro che direttamente si occupano di musica antica sia da quanti, seppur non interessati in modo specifico all’argomento, desiderano avvicinarsi ai segreti della «buona» esecuzione.
A tale richiesta non corrispondono informazioni documentate, sistematiche ed esaurienti. Molti dei trattati antichi non sempre sono disponibili, perché difficilmente reperibili o perché non ancora tradotti o perché le sporadiche informazioni offerte sono disperse in pubblicazioni le più disparate. Non è superfluo ricordare che molti dei trattati antichi sull’ornamentazione si rivolgono senza distinzione sia agli strumentisti che ai cantanti e anche nei testi con specifico riferimento a qualche strumento ogni autore è attento ad indicare le regole generali che permettono una visione globale del problema, qualunque sia la loro destinazione.
I motivi di disagio derivanti dai testi moderni sono altrettanto evidenti: i più importanti sono quasi sempre in lingua straniera ma, soprattutto, la metodologia applicata non è sistematica bensì rivolta all’esame di singoli abbellimenti. Anche nei testi monografici dedicati all’ornamentazione in generale, il problema dei vari stili e della loro evoluzione, delle caratteristiche nazionali inserite in una visione globale secondo precise linee storiche rimane irrisolto, collocato in uno sfondo che ignora un’analisi complessiva di ciò che accomuna o separa la storia musicale dei singoli paesi.
Questo lavoro affronta il problema dell’esecuzione con riferimento ai grandi filoni storico-stilistici: la scuola italiana, francese, tedesca, spagnola, inglese. Mentre nel Seicento la tendenza è per scelte stilistiche eterogenee, nel Settecento si definiscono con chiarezza le scuole nazionali: la scuola italiana di tradizione cacciniana si esprime prevalentemente nell’uso della «grande ornamentazione»; la scuola francese si specializza nella pratica della «piccola ornamentazione»; la scuola nazionale tedesca, che ha il suo massimo esponente in Bach, si afferma acquisendo elementi peculiari sia dell’ornamentazione italiana definita «arbitraria» (willkürliche) sia della ornamentazione francese definita «essenziale» (wesentliche).
Le due preziose appendici, l’una dedicata ai singoli abbellimenti, l’altra alle testimonianze di vari autori sull’argomento, rendono questo manuale un strumento pratico e insostituibile per l’interpretazione e la risoluzione di quei segni che, spesso difficili da decifrare, esprimono l’ornatus musicale.