Il Concerto in Si bemolle maggiore HelB 429 (Wq 25) per cembalo e orchestra di Carl Philipp Emanuel Bach fu composto a Berlino nel periodo in cui egli era al servizio di Federico di Prussia (1738-1768) e pubblicato da Schmid a Norinberga tra il 1752 e il 1753. La popolarità di questo Concerto è attestata dall’esistenza di numerose copie manoscritte e a stampa. La copia autografa è custodita a Berlino (D-B, P 355), copie manoscritte si possono reperire nelle Biblioteche di Schwerin (Germania), Gotha (Germania) e Lund (Svezia) mentre copie a stampa sono custodite alla Det Kongelige Danske Musikkonservatorium in Danimarca, alla Bibliothèque du Conservatoire National de Musique di Parigi, alla Bibliothèque du Conservatoire Royal de Musique di Brusselles.
La trascrizione per due Clavicembali del Concerto in Si bemolle maggiore, proposta in questa edizione, è catalogata come autentica da Eugene Helm; esistente solo in copia manoscritta essa è custodita presso la Sächsische Landesbibliothek di Dresda (Mus. 3029-0-10). Questo lavoro costituisce l’unico esempio, nella produzione di Carl Philipp Emanuel Bach, di rielaborazione di un concerto per cembalo e orchestra per un organico costituito da due clavicembali.
Malgrado l’esistenza di numerosi concerti o brani dello stesso autore in più versioni e destinati a strumenti solistici differenti, nella produzione di C. P. E. Bach la musica per due strumenti a tastiera risulta quasi del tutto trascurata. I Concerti HelB 430 (Wq 26), HelB 434 (Wq 28) e HelB 437 (Wq 29), composti per cembalo e orchestra, sono rielaborati per flauto e orchestra e per violoncello e orchestra; le modifiche, nelle tre versioni, riguardano solamente gli ornamenti che vengono adattati allo strumento solista. Dei Concerti HelB 465 (Wq 39) e HelB 467 (Wq 40) esiste anche la versione per oboe. Nei Concerti HelB 444 (Wq 34) e HelB 446 (Wq 35) la parte solistica può essere affidata al cembalo così come all’organo; il Concerto HelB 444 è proposto anche in una versione per flauto.
Nelle varie trascrizioni dei concerti rimane, pertanto, del tutto assente la musica per due cembali senza accompagnamento orchestrale e, tra le sue innumerevoli composizioni, Carl Philipp Emanuel Bach dedicò ai due strumenti solisti solo quattro piccoli Duetti. I 4 kleine Duetten für 2 Claviere HelB 610-613 (Wq 115) sono brevi composizioni di semplice sviluppo formale, anch’essi arrangiamenti di brani esistenti in altre forme. Tre di essi trovano corrispondenza nei Sechs leichte kleine Clavierstücke del 1775. Il primo dei quattro duetti esiste in una versione per clavicembalo, clarinetto e fagotto; il secondo è anche composto per due corni, due clarinetti e fagotto; il terzo, per
orologio musicale; il quarto per una insieme di fiati al completo.
Tutte queste considerazioni possono aiutarci a capire l’importanza che riveste la trascrizione del Concerto in si bem. nella versione per due strumenti a tastiera, effettuata da Carl Philipp Emanuel Bach. Indicativo è anche poter osservare che, dei 38 concerti per Clavicembalo e orchestra composti durante il soggiorno a Berlino (i concerti catalogati da Wq 4 a Wq 40, e il concerto Wq 46), tre solamente furono pubblicati con l’autorizzazione dell’autore; le tre composizioni considerate, probabilmente, da Carl Philipp Emanuel più importanti: il Concerto in re maggiore HelB 414 (Wq 11), il Concerto in mi maggiore HelB 417 (Wq 14) ed il Concerto in si bemolle maggiore HelB 429 (Wq 25) quest’ultimo oggetto, nella trascrizione per due cembali, del nostro lavoro.
L’esistenza, in quest’ultimo Concerto HelB 429 (Wq 25), di una versione ornata del secondo movimento e di ben tre coppie di cadenze per il primo e terzo movimento testimoniano la popolarità di tale opera; un altro motivo che può aver indotto Carl Philipp Emanuel Bach a scrivere le parti normalmente destinate all’improvvisazione, probabilmente, deve essere ricercato nel fatto che egli avversava la pratica, usuale ai numerosi esecutori, delle libere ed estemporanee aggiunte alla partitura. Questo problema è chiaramente espresso nella Introduzione alle Sonaten mit veränderten Reprisen dove, Carl Philipp Emanuel Bach, a proposito dell’abitudine di taluni interpreti di improvvisare in modo esagerato e con scarsa aderenza allo stile, così si esprime: «questi cambiamenti intempestivi sono spesso in contraddizione con lo stile, lo spirito e i rapporti delle idee tra di loro: fenomeno alquanto irritante per la maggior parte dei compositori».
La versione ornata, del secondo movimento del Concerto, reperita alla Bibliothèque du Conservatoire Royal di Brusselles (pp.82-85 del manoscritto 14.885), ma disponibile anche a Londra alla British Library, è stata riprodotta in appendice. La possibilità di integrare la parte del primo strumento con questa versione ornata è da tenere in considerazione, come è anche da tenere in considerazione la possibilità di un riempimento armonico da parte del secondo strumento – sulla base della cifratura riportata – che sembra particolarmente utile in questo Largo mesto.
Per quanto riguarda le tre coppie di Cadenze per il Concerto HelB 429 (Wq 25), pure riportate nell’appendice, si deve osservare che esse costituiscono un’opportuno completamento alla partitura. Le cadenze furono scritte nel 1778 ca. – molti anni dopo la composizione del Concerto (1749) – e furono inserite in un gruppo di 75 Cadenze per i propri Concerti e Sonate (HelB 264). Mentre le cadenze, nei concerti HelB 469- 478 (Wq 41-45) per cembalo e orchestra e HelB 479 (Wq 47) per due cembali e orchestra, sono scritte per esteso all’interno della stessa partitura, nel manoscritto autografo e nell’edizione di Schmid del Concerto HelB 429 le cadenze non sono riportate. Senza dubbio, anche se la loro composizione è successiva, sembra evidente come la possibilità offerta dall’autore non sia da trascurare. Un compito dell’esecutore rimane la scelta di una delle tre cadenze per il primo movimento ed una per il terzo. Le Cadenze sono conservate presso la Bibliothèque du Conservatoire Royal di Brusselles (mus. 5871).