Edizione critica [Opera Omnia - Vol. XIII.2]
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La produzione sinfonica di Luigi Boccherini, collocabile in un lasso di tempo che va dal 1765 al 1799 circa, è da considerarsi una pietra miliare nello sviluppo del genere, rappresentando forse il corpus più interessante della seconda metà del Settecento al di fuori della pur non esigua schiera di autori appartenenti alla Wiener Klassik e al più ampio mondo austro-tedesco (non solo Haydn e Mozart quindi, ma anche Vaňhal, Ordonez, Dittersdorf, Hoffman, Beck, J. C. Cannabich, Kraus, ecc.).
I primi tentativi sono rappresentati da brani isolati e d’occasione, alcuni scritti ancor prima di prendere servizio, nel 1768, presso la corte spagnola (le Sinfonie G 490, 491 e 500), mentre risalgono al 1771 le Sei Sinfonie Op. 12 (G 503-508), le prime a essere concepite come raccolta unitaria e, probabilmente, le più diffuse e conosciute del musicista lucchese (la n. 4 è la celeberrima ‘La casa del diavolo’).
Bisogna attendere qualche anno per vedere Boccherini impegnato nuovamente in questo genere grazie alla raccolta delle Sei Sinfonie Op. 21 (G 493-498), composte probabilmente ad Aranjuez prima dello scandalo che a Sant’Ildefonso travolse Don Luis, Infante di Spagna e mecenate di Boccherini, costretto dal 1776 al forzoso esilio a Las Arenas de San Pedro.
L’autografo delle sinfonie, conservato oggi presso la Bibliothèque nationale de France, reca, oltre alla dedica al summenzionato Don Luis, la data 1775 e rappresenta con ogni probabilità la matrice che il compositore inviò all’editore Sieber per la pubblicazione, avvenuta l’anno successivo, 1776.